PIAZZE IN/BALLO. Nessuno escluso

L’8 luglio, insieme a centinaia di giovani siamo entrati in corteo in Piazza dei Cavalieri durante il concerto di Vinicio Capossela. Questo era uno degli eventi organizzati dal Comune di Pisa all’interno del festival “Numeri Primi – Pisa Festival”. Quella sera, era possibile accedere alla piazza pubblica più attraversata di Pisa solo pagando un biglietto dal costo molto elevato (dai 30 fino ai 50€!).
 Durante l’ultimo anno questa giunta comunale, proseguendo sul solco della precedente amministrazione, ha messo in campo molteplici iniziative volte a limitare l’accesso libero e gratuito alle piazze e alle vie principali della città. Alla massiccia presenza di forze dell’ordine, all’impiego di idropulitrici e alla sequela di ordinanze volte a vietare qualunque fruizione del suolo pubblico, si sono aggiunti i costosi concerti del festival “Numeri Primi”. Con queste ultime iniziative, l‘intenzione di chiudere dei luoghi pubblici e limitare gli spazi di libertà si realizza attraverso la privatizzazione e il profitto. Ma per noi le piazze, in quanto pubbliche e mantenute con i soldi delle tasse di tutti, devono costituire un luogo di ritrovo e di cultura senza che ci siano barriere economiche, alte o basse che siano.
 
Con la nostra azione abbiamo voluto  disobbedire alle politiche di chiusura e di privatizzazione dei luoghi pubblici della città e mettere a nudo le politiche culturali “a due velocità” dell’assessorato diretto da Andrea Buscemi: da un lato la censura della vivacità della cultura spontanea e aggregativa che innerva il tessuto cittadino, attraverso le identificazioni e i sequestri che colpiscono gli artisti di strada; dall’altra, la promozione di grandi eventi musicali chiusi, i cui costi di accesso vengono giustificati con la scusa delle spese di finanziamento.
Crediamo che non esista una cultura di serie A e una di serie B, e che chi vi lavora debba essere giustamente retribuito: siamo precari e conosciamo bene il problema della bassa retribuzione di chi monta le strutture e lavora per questi eventi, ma questo non può essere scaricato dalle istituzioni pubbliche sugli abitanti, attraverso un biglietto che esclude chi vive la piazza. 
Infine, siamo estranei a qualunque accusa di aver voluto rovinare il concerto e spaventare chi era lì ad assistere. Il corteo si è ritrovato sotto il palco, ricevendo l’invito di Capossela e del suo gruppo a spiegare le nostre motivazioni, che loro stessi hanno mostrato di sostenere. Lo ribadiamo: il nostro è stato il tentativo di aprire un dibattito in città e di comunicare con le generazioni differenti dalle nostre, spiegando che piazze come Cavalieri fanno parte del nostro vivere quotidiano, e che è necessario che la cittadinanza possa disporre di luoghi gratuiti in cui trascorrere il proprio tempo libero.

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