Un’azione contro il riarmo – Parte la nuova campagna di azionariato popolare!
I licenziamenti
Il 9 luglio 2021 alla GKN di Campi Bisenzio (FI) vengono licenziati per email quattrocento operai. Alla GKN di Firenze, braccio italiano della multinazionale britannica GKN Automotive, si producevano semiassi per automobili di lusso. Sebbene il pretesto dei licenziamenti inizialmente diffuso a mezzo stampa sia una fantomatica “transizione ecologica”, è presto reso noto che il motivo reale è la delocalizzazione della produzione all’estero, voluta dal fondo finanziario speculativo Melrose Industries che aveva comprato tempo prima GKN Automotive.
Ma il Collettivo di Fabbrica GKN non si rassegna a questo destino imposto: GKN Firenze eredita la storia politica della FIAT e il 9 luglio 2021 gli operai occupano la fabbrica, per presidiarla, per impedirne lo smantellamento. Inizia così l’assemblea permanente della vertenza operaia più lunga della storia di Italia.
Ad oggi, dicembre 2025, la lotta continua ancora…
“Per questo, per altro, per tutto”
…e se dopo quattro anni e mezzo la partita è ancora aperta, è perché il Collettivo di Fabbrica ha avuto, fin da subito, la capacità di uscire dalla vertenza e generalizzare la lotta: “Venite qui in fabbrica e ci chiedete come stiamo. Ma noi vi rimandiamo la domanda: come state voi?” Come state sapendo che un fondo finanziario con sede in un altro paese può permettersi di prendere in giro un territorio, appendere alla precarietà la vita di centinaia di lavoratorə (neanche tra lə meno tutelatə), e passarla liscia con un governo che resta a guardare? Senza avere alcuna soluzione, nessuna alternativa.
La lotta ex-GKN inizia per difendere una fabbrica, ma subito diventa una lotta per cambiare tutto un sistema: perché solo cambiando tutto è possibile riaprire anche la ex-GKN. La “famiglia” solidale cresce: convergere per insorgere, insieme. Se “loro” sono il nulla, noi dobbiamo essere tutto.
Un piano per il futuro
E non si tratta solo di difendersi da un assedio! Si tratta di immaginare un futuro diverso che guardi al bene collettivo e non solo di una cerchia particolare. Assieme a ricercatorə solidali e grazie alla convergenza con i movimenti ecologisti, il Collettivo di Fabbrica progetta la reindustrializzazione dello stabilimento ex-GKN. Non più per automobili di lusso, ma a servizio di una vera transizione ecologica (non quella pretestuosa tirata in causa per giustificare i licenziamenti): che parli di mobilità pubblica, sostenibile, leggera, di democrazia energetica.
L’ultima versione del piano industriale riguarda la produzione, l’installazione e il riciclo di pannelli fotovoltaici, da destinarsi primariamente a comunità energetiche (ci sono già molte commesse da tutta Europa), insieme a più linee di cargobike. Non si tratta solo di “tornare a lavoro”, perché da 4 anni gli operai hanno messo in gioco tutto: qui si tratta di mettere al centro le domande “Che cosa e quanto si produce? Per chi? Come?” e sulla base di queste, ricreare lavoro buono, giusto, sano, sostenibile, socialmente utile, integrato con un territorio.
Il boicottaggio delle istituzioni – e non solo
Il piano della ex-GKN è pronto da più di un anno, ha ricevuto il sostegno di decine di migliaia di solidali che tramite l’azionariato popolare sono diventate soci finanziatori, e ha conquistato, grazie alla lotta, uno strumento giuridico che facilita la costituzione di un consorzio tra istituzioni e la cooperativa Gkn For Future: il consorzio esiste finalmente e potrebbe rilevare lo stabilimento per metterlo a servizio della reindustrializzazione. Ma purtroppo, su ex-GKN ci sono pesanti interessi di speculazione immobiliare, e chi governa i nostri territori ha dato solo prova, in questi 4 anni, di non volersi mettere in nessun modo di traverso a tali interessi mafiosi per difendere il bene collettivo. Immobilismo, rinvii, false promesse, tutto questo logora la lotta da anni. Inoltre, alcuni grossi finanziatori che inizialmente avevano promesso di sostenere il piano, questa estate si sono sfilati improvvisamente, lasciando un buco di 2 milioni di euro. Nonostante tutto, la ex-GKN non si arrende.
Riaprire Gkn per segnare un precedente storico
Non si arrende ex-GKN e non ci arrendiamo neanche noi, convergenza solidale, perché questa è una vittoria collettiva che non possiamo permetterci di non ottenere. Riaprire GKN e ricreare lavoro con un piano industriale a servizio della transizione ecologica dal basso significa, oggi, dare uno schiaffo in faccia al sistema: a quel sistema economico e politico che in un baleno ha smesso di fare finta di dedicarsi alla transizione ecologica con il greenwashing e si smaschera esplicitamente asservito alla guerra, imponendo come unica direttrice il riarmo e la conversione industriale bellica. Si tratta, come sempre, di scegliere da che parte stare: e con la ex-GKN stiamo contro il genocidio, l’imperialismo, il colonialismo fossile, a fianco della Palestina e di tutti i popoli che lottano per una vita libera e bella, per la giustizia sociale e climatica.
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Per salvare il piano di Gkn questa volta useremo il metodo flotilla: quello che ci ha dimostrato che siamo forti quando mettiamo in mare le nostre navi, costi quel che costi, e senza chiedere il permesso. Questa nuova campagna è quindi finalizzata a partire, con navi grandi o piccole, con parte del progetto o con tutto. Questo crowdfunding ha l’obbiettivo di raccogliere i 2 milioni di euro che sono venuti meno con lo sfilarsi di un grosso finanziatore: se chi poteva dare tanto ha deciso di non farlo, sta a noi essere tanti e dare il possibile. Insieme possiamo farcela.
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