In viaggio con Mediterranea
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Il 13 Dicembre 2018 ci troviamo al Polo Carmignani per una serata di presentazione e sostegno dell’azione Mediterranea Saving Humans.
Ne parleremo con:
SANDRO MEZZADRA – docente di Filosofia Politica all’Università di Bologna e parte del gruppo che ha ideato e lanciato Mediterranea
GIULIA CRESCINI – avvocata dell’ASGI-Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione, che ha messo a disposizione le proprie competenze per Mediterranea
FABIO GIANFRANCESCO e MARTA PACOR – attivisti di Mediterranea
Poco più di due mesi fa, l’operazione Mediterranea ha preso il mare per un’azione di monitoraggio, denuncia nel Mediterraneo centrale, senza intenzione di sottrarsi, qualora si trovi davanti a persone in difficoltà, all’obbligo di salvataggio in mare della vita umana. Un obbligo che deriva da una consolidata consuetudine marittima risalente nel tempo ed è a fondamento di numerose convenzioni internazionali.
La Mare Jonio, la nave che guida la flotta Mediterranea, è la prima nave battente bandiera italiana e oggi è la sola nave presente nel Mediterraneo Centrale, dopo la cosiddetta “ chiusura dei porti” dell’attuale governo alle navi delle Ong, in continuità con la campagna di criminalizzazione avviata dalla precedente legislatura.
Mediterranea è una piattaforma di realtà della società civile arrivata nel Mediterraneo centrale dopo che le ONG, criminalizzate dalla retorica politica senza che mai nessuna inchiesta abbia portato a una sentenza di condanna, sono in gran parte state costrette ad abbandonarlo.
Mediterranea ha molte similitudini con le ONG che hanno operato nel Mediterraneo negli ultimi anni, a partire dall’essenziale funzione di testimonianza, documentazione e denuncia di ciò che accade in quelle acque, e che oggi nessuno è più messo nelle condizioni di svolgere.
Per questo Mediterranea si definisce «un’azione non governativa di disobbedienza morale ma di obbedienza civile». Disobbedisce al discorso pubblico nazionalista e xenofobo e al divieto, di fatto, di testimoniare quello che accade nel Mediterraneo; obbedisce, invece, alle norme costituzionali e internazionali, da quelle del mare alla fondamentale salvaguardia dei diritti umani. Mediterranea non è però una ONG, ma una piattaforma collettiva costruita mettendo in comune competenze e statuti associativi differenti, ONG, partiti, associazioni, centri sociali, imprese sociali e singoli cittadini accomunati dalla necessità di passare all’azione oltre l’indignazione che rischia di diventare impotenza.
“Una nave, afferma C.L.R. James nel suo grande libro su Melville (scritto nel 1952 in una cella a Ellis Island, in attesa della deportazione dagli Usa per «attività anti-americane»), non è in fondo altro che l’insieme variegato dei lavori e delle attività che si svolgono a bordo, che letteralmente la costituiscono. Ecco, la nostra nave non sarebbe nulla senza la passione e l’impegno di centinaia di donne e uomini, che hanno lavorato e lavorano non solo per far navigare la Mare Jonio, ma anche per costruire e moltiplicare nuovi ponti tra il mare e la terra. Una nave, aggiungeva James, «è una miniatura del mondo in cui viviamo». Nel nostro caso, è una miniatura del mondo che ci impegniamo insieme a costruire. E siamo certi che diverremo presto migliaia a condividere questo impegno.”