Solidarietà a Spot
Ieri mattina è stata eseguita l’ordinanza di sequestro di Spot, studentato occupato autogestito in via della Faggiola. La scelta di effettuare questo sgombero in pieno Agosto, in una città svuotata dei suoi ventimila studenti fuorisede, rivela come questa l’amministrazione universitaria preferisca ricorrere al vecchio e vile stratagemma di uno sgombero estivo, vista la propria incapacità di fornire risposte adeguate alle rivendicazioni portate avanti durante i numerosi cortei e manifestazioni che hanno attraversato quest’ultimo anno di mobilitazioni.
Siamo consapevoli del resto che questo sgombero rientra nella chiara volontà delle forze che governano questa città di vetrinizzare il centro eliminando qualunque spazio di socialità, di messa in comune e di resistenza alla crisi. Palazzo Mastiani, il Distretto 42, la rimozione dei totem del circolo Agorà e lo sgombero di Spot, riflettono la volontà di ridurre questa città ad un museo a cielo aperto da dare in pasto all’industria del turismo alla macchina di speculazione immobiliare.
Chi paga i costi di questa miope ristrutturazione cittadina sono gli studenti, i migranti e i precari, che pagano a questa città affitti sempre più alti e forniscono ogni giorno la loro manodopera precaria e a basso costo senza che a ciò corrisponda una reale ricaduta in termini di welfare. La vecchia scusa della carenza di risorse non può continuare a reggere visto il numero di immobili ristrutturati ma vuoti: i casi di via da Buti, di Fossabanda e dell’ex convento delle Benedettine parlano chiaro.
Lo sgombero di Spot è l’ennesima conferma dell’ottusità di un’amministrazione che è solo disposta a negare reddito e a sottrarre diritti ma le lotte di questi ultimi anni ci insegnano che i diritti e il reddito vanno riconquistati dal basso. Per questo rilanciamo verso un autunno di mobilitazioni per costruire futuri altri e riprendere in mano il presente.